11 / 2025
Beat Leuenberger
Un vero cimelio storico: nell’archivio di Zollikofen, Swissmedic conserva 29 km di documenti. Beat Leuenberger, unità Submission Management, organizza la messa a disposizione e l'archiviazione dei documenti.

Pile di scartoffie, addio!

In passato, le domande di omologazione per nuovi medicamenti raggiungevano Swissmedic su camion carichi di raccoglitori pieni di documenti. Ma oggi non più: le domande arrivano online, permettendo di risparmiare carta e spazio in archivio. Swissmedic ha ottimizzato i bilanci di CO2 e dei rifiuti anche su altri fronti: uno sguardo al passato e a un futuro più sostenibile.

Nel 2024 Swissmedic ha ricevuto circa 350 domande di omologazione per nuovi medicamenti. Il tutto in modo quasi impercettibile: alle aziende farmaceutiche basta infatti caricare elettronicamente sul portale di Swissmedic i loro documenti, che saranno poi esaminati (talvolta nell’arco di mesi) dai team delle varie divisioni. Senza più pile di scartoffie a ingombrare scrivanie e corridoi.

Fino a poco tempo fa, le domande di omologazione dei medicamenti arrivavano a Swissmedic su camion stracolmi di documenti cartacei. «Per ogni domanda ricevevamo fino a 1500 raccoglitori federali pieni di risultati di ricerche, giustificativi e formulari», ricorda Urs Niggli, responsabile della divisione Operational Support Services. Il suo team si occupa tra le altre cose della corrispondenza tra i richiedenti e Swissmedic, e di tutto ciò che riguarda la gestione documentale e l’amministrazione dei fascicoli, ossia tutti i documenti richiesti per le omologazioni, le autorizzazioni e la sorveglianza del mercato dei medicamenti. Oggi in formato digitale, un tempo su carta.

Marco Osswald
Marco Osswald, capodivisione Facility Management.

Digitalizzazione dal 2014

«15 anni fa, quando arrivavano i camion con le domande di omologazione, bisognava vagliare il prima possibile le montagne di documenti cartacei e conservarle – secondo la legge – per sempre», racconta Urs Niggli. Fino a sei persone addette alla gestione dei documenti prelevavano i raccoglitori dalle casse, registravano il tutto nel sistema e depositavano una copia di ogni documento nell’archivio di Zollikofen. Grazie a una perfetta «logistica dei carrelli» consentivano agli esaminatori e ai periti di Swissmedic di ricevere i documenti di volta in volta necessari. «Oggi un onere del genere è inconcepibile», prosegue Urs Niggli. Nel 2014 Swissmedic ha iniziato a digitalizzare i processi, e i tool digitali hanno progressivamente sostituito la carta che ormai è quasi sparita.

Secondo Urs Niggli, la trasformazione ha risvolti positivi anche sui processi di omologazione: «Grazie alla digitalizzazione, ora i documenti sono contemporaneamente accessibili a tutti i team, senza bisogno di spostare e distribuire fisicamente montagne di raccoglitori in tutta la sede, con grandi perdite di tempo». Oggi tutti i processi sono efficienti e trasparenti, con un portale digitale che permette alle aziende di monitorare in qualsiasi momento lo stato di avanzamento delle loro domande di omologazione.

Urs Niggli

«15 anni fa una domanda di omologazione arrivava a Swissmedic su camion stracarichi di carta.»

Urs Niggli, capodivisione Operational Support Services

Meno carta, più energia

Oggi l’archivio di Zollikofen è un cimelio storico dove Swissmedic conserva 29 chilometri di carta: due in più rispetto all’Archivio federale di Berna. Dopo la digitalizzazione si è registrato solo un minimo incremento del volume dei documenti. Nel 2016 è stato interrotto anche il «servizio carrelli». Nel frattempo, i documenti amministrativi sui medicamenti disponibili oggi sul mercato svizzero – per un totale di 1,5 chilometri – sono stati digitalizzati.

Quanto all’impatto ecologico, Niggli non è convinto che la digitalizzazione sia stata sostenibile: la gestione dei dati consuma molta energia.